Oltre le Barriere: Sahara Marathon e Saharawi

Martedì 10 marzo, una serata speciale per parlare di sport oltre le barriere.
Sahara Marathon, gara gemellata con Maratonina dei Dogi, raccontata da organizzatori e partecipanti. Non solo la sfida fisica, il clima, il deserto, ma anche la gara di solidarietà per il popolo Saharawi.

Una serata speciale che ha concretizzato una decisione presa qualche mese fa, all’inizio dei lavori per i Dogi 2015: 2.500 preziose medaglie, manufattiartigianali, pezzi unici preparati dalle donne del Sahara Occidentale.
Molte difficoltà ma tanta soddisfazione delle artigiane che hanno portato a termine l’ordine più consistente mai ricevuto dall’Italia.
Una partnership di cui in Maratonina siamo orgogliosi e felici.

Le vostre medaglie sono finalmente arrivate dall’Africa qui in Riviera, pronte per essere messe al collo dei nostri finisher. Sono arrivate qui con i nostri “fratelli” di ritorno dalla Sahara Marathon in modo quasi rocambolesco, come ci hanno raccontato: negli zaini tra calzini, magliette e giochi per i bimbi negli zaini.. e finalmente sono qui!

Martedì 10 abbiamo raccontato questa avventura con Mattia Durli, Presidente di Sahara Marathon Italia; Rubens Noviello, uno dei fondatori di 1514 Oltre in muro ONLUS; Giorgio Baldisserri, il ceramista che ha seguito e curato passo per passo la realizzazione della produzione.
Non solo i dettagli della lavorazione, ma anche il racconto delle motivazioni umanitarie che spingono loro e tanti altri a fare qualcosa di piccolo, ogni giorno, per dare voce al popolo Saharawi, profugo in casa propria e ultimo esempio di colonizzazione africana.

L’emozione è diventata palpabile quando ha preso la parola il Ministro dello Sport della Repubblica Araba Saharawi Democratica Moullud, eccezionalmente presente fra noi a seguito di impegni che lo vedono qui in Italia. Il Ministro ha raccontato con molto trasporto cosa ha vissuto in prima persona dal 1975 ad oggi, dopo aver perso sotto alle bombe casa, famiglia e futuro; ci ha spiegato cosa ha deciso di fare egli stesso per i bambini del suo popolo. Una persona sorridente, positiva che ha salutato tutti noi augurandosi non solo la determinazione non violenta dei diritti dei Saharawi, ma la pace per tutti noi e la possibilità di superare questo momento di incertezza che vede proprio in quei territori la possibilità di dare una svolta positiva alla situazione socio politica del mondo arabo.

Non possiamo che unirci all’augurio che più di tutti è risuonato ieri sera: speriamo che l’anno prossimo Sahara Marathon si corra sulla spiaggia e non tra un campo profughi e l’altro; significherà davvero che i diritti di tutti non saranno più calpestati e che questo popolo che è esempio di moderazione e tolleranza potrà tornare a vivere e a sperare.

Ringraziamo davvero tutti coloro che hanno presenziato e contribuito alla realizzazione di un bel momento di sport e solidarietà.